mercoledì 26 marzo 2014

Il Ricatto di Eugenio Mira

Nelle sale dal 20 marzo

Reduce dall'insignificante Red Lights, Rodrigo Cortés ci riprova nelle vesti di produttore con Grand Piano, terzo lungometraggio del regista e compositore (!) Eugenio Mira, ennesima produzione spagnola con cast internazionale.
Tom Selznick (Elijah Wood) è uno dei più grandi pianisti viventi, ma non calca i palcoscenici da cinque anni perché non è in grado di suonare La Cinquette, un brano "impossibile" composto dal suo compianto mentore Patrick Godureaux. Quando finalmente accetta di riprovarci, durante un concerto in onore di Godureaux, Tom trova un messaggio sullo spartito musicale: "sbaglia una sola nota e morirai".
Un po' come Buried, il film che lanciò Rodrigo Cortés, Il Ricatto vive tutto nella sua sinossi, o meglio, in un'idea che almeno sulla carta sembra sufficiente a sostenere un'intero lungometraggio. Un one-man-show in cui il povero protagonista viene tenuto prigioniero in un'unica location, lì una bara sepolta, qui il palcoscenico di un teatro, sotto gli occhi ignari del pubblico.

martedì 25 marzo 2014

Lovelace di Rob Epstein, Jeffrey Friedman

In sala dal 27 marzo.

-Mississipi.
-Nomina l'unica cosa al mondo ad avere una gola più profonda di Linda Lovelace.

Gli anni 70 furono l'epoca d'oro del cinema porno. La rivoluzione sessuale del 1968 sdoganò completamente l'argomento taboo per eccellenza e il mondo iniziò a sentirsi più libero a riguardo, vivendo la propria sessualità, non più con vergogna ma con molta libertà. Chiaramente l'industria cinematografica per adulti sguazzò letteralmente in un ambiente simile. Ai tempi esistevano i cinema porno, anche in pieno centro, ben in vista e ben riforniti, internet ancora non ci inondava di milioni di video zozzi  al secondo e senza neanche alzarsi dalla sudaticcia poltrona di casa e i film si scrivevano(!). Sceneggiature complesse, ricche di battute divertenti per smorzare l'atmosfera, molto varie e originali, giusto per non mostrare solo decine di minuti ininterrotti di penetrazioni e/o sesso orale. Il pubblico, e le parti bassi, aveva quello che si aspettava e in più poteva appassionarsi ai personaggi e non annoiarsi (una volta finito sapete cosa). Tutto questo prima dei sex-tape casalinghi, delle camere a mano e degli amatori esibizionisti che hanno definitivamente tolto la creatività e l'inventiva. In fondo, credono loro, basta passare subito all'azione. In definitiva però il porno rimaneva chiaramente un prodotto di nicchia, fino a quando non arrivò Gola Profonda.

sabato 22 marzo 2014

The Imposter - L'Impostore di Bart Layton


Nelle sale dal 20 marzo*.

1994, San Antonio, Texas. Nicholas Barclay, 13 anni, esce di casa un pomeriggio per andare a giocare a basket al campetto. Nessuno della sua famiglia ha il tempo o il modo per andarlo a prendere e il ragazzo scompare misteriosamente.
1997 Linares, Spagna. Da una cabina telefonica arriva una misteriosa segnalazione alla stazione di polizia locale, da parte di due turisti americani. Hanno trovato un ragazzino, un connazionale, solo e impaurito. Quando la polizia va a verificare, trova solamente quest'ultimo. Dopo varie ricerche si scopre che si tratta proprio di Nicholas, rapito e sottoposto a violenze fisiche e sessuali, per 3 anni e mezzo dai suoi ignoti aguzzini. Viene subito avvisata la famiglia che corre a riprenderselo, ma qualcosa non funziona, in quasi quattro anni Nicholas è cambiato molto, persino troppo. Alcune cose possono essere spiegate dal passaggio dalla pubertà all'adolescenza, altre dal terribile trattamento a cui è stato sottoposto, ma molte non trovano alcuna spiegazione logica. Nicholas presenta dei connotati diversi, colore di occhi e capelli totalmente cambiati e uno strano accento non molto anglofono. Inoltre sembra molto più maturo di un normale diciassettenne. Eppure la famiglia lo riaccoglie senza battere ciglio, per loro quello è decisamente Nicholas. Che cosa c'è realmente sotto, qual'è la verità? 

mercoledì 19 marzo 2014

Filmbuster(d)s - Stagione 2 - Episodio 17

Filmbuster(d)s il podcast di cinema con un residuo fisso a 180 °C di 14 mg/litro.
In questa puntata:
Fruitvale Station, un indie americano basato su una tragica storia vera.
Veronica Mars, il film tratto dall'omonima serie televisiva e finanziato tramite Kickstarter.
Her di Spike Jonze, il filmazzo della settimana nonché premio Oscar 2014 per la miglior sceneggiatura.

Buon ascolto!

[00:00:40] L'angolo del tripudio
[00:10:44] La posta del cuore
[00:21:50] Fruitvale Station
[00:35:30] Veronica Mars - Il Film
[00:51:00] Lei di Spike Jonze





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domenica 16 marzo 2014

Lei di Spike Jonze

In sala dal 13 marzo.

“I think anybody who falls in love is a freak. It’s a kind of socially acceptable insanity”
Quindici anni fa, i computer erano uno strumento di lavoro, erano dei semplici terminali. Se ne avevamo qualcuno a casa, erano in pratica delle consolle di gioco. Pochi anni dopo, con internet sempre più utilizzato e migliorato, i computer diventarono un elettrodomestico presente in ogni abitazione e non costituivano più un segreto per noi. Ridotte dimensioni, abbastanza veloci e pratici, ci permettevano di scaricare qualsiasi materiale dalla rete, elaborare testi, immagazzinare le nostre foto etc... Poi il corso delle cose ha preso una velocità folle ma prevedibile. Oggi non riusciamo, anche volendo, a stare un giorno senza un computer. Hanno assunto le forme più improbabili e peculiari, senza tuttavia perdere potenza o efficienza. Ci svegliamo con loro, mangiamo davanti a loro, ce li portiamo in giro, non riusciamo a dormire se non passiamo con loro almeno una mezz'oretta serale. La nostra vita è gestita da un computer, i nostri contatti col mondo passano attraverso un computer e idem per tanti altri piccoli aspetti a cui non diamo magari troppa importanza.
Che china potrebbe prendere questo rapporto? Her-Lei, ambientato in un ipotetico 2025, in una grande città senza nome, prova a fare un'ipotesi: diventeranno i nostri compagni di vita, nell'accezione sentimentale del termine (si anche oggi esiste già gente che ama e che fa sesso col proprio PC, lo so). Senza provare troppa vergogna nel confessarlo e senza incontrare il giudizio negativo altrui.

sabato 15 marzo 2014

Veronica Mars - Il film di Rob Thomas

Disponibile in digital download dal 14 marzo e in formato home video dal 15 maggio.

"La vecchia Veronica era arrabbiata, vendicativa...e quella nuova? Dicono che sono un marshmallow"
Che cosa meravigliosa è questo Kickstarter. Non tanto perchè ci permette di aiutare, contribuendo con due spicci, qualche regista indie o magari anche affermato (come Spike Lee o Paul Schrader) nella realizzazione di un suo progetto snobbato dai grandi studios, ma perchè permette al film di arrivare dritto a casa nostra, in ottimo formato, in maniera legale e soprattutto in tempi brevissimi. Persino l'Italia, presa dall'entusiasmo, si è messa a doppiare di corsa. Il futuro del cinema sembra sempre più propenso a escludere la sala da cui una volta dipendeva.
Veronica Mars dunque, dove ci eravamo lasciati? Era il 2007 quando le avventure della giovane detective di Neptune, giunte alla terza stagione, terminavano di colpo. Niente di rimasto in sospeso per fortuna ma il network decise che era tempo di passare ad altro. Da quel giorno iniziarono incessanti le voci e le richieste di creare un film continuativo della serie. La stessa Kristen Bell su twitter era il capopopolo di un'orda di marshmallow (nomignolo dei fan della serie, di cui sono un fiero membro) affamata. Ora, dopo ben 7 anni siamo stati accontentati, tramite/grazie a proprio Kickstarter. Non è passato un po' troppo tempo? Vediamo com'è andata.

lunedì 10 marzo 2014

Fruitvale Station di Ryan Coogler

In sala dal 13 marzo.

Ogni anno ha il suo indie "peso massimo", quel film indipendente che attira l'attenzione dei media, del pubblico generico, che viene invitato ai grandi e piccoli festival, dove vince pure qualcosina, e ottiene così una distribuzione internazionale. L'anno scorso fu il caso di Beasts of the Southern Wild di Behn Zeitilin, vincitore a Cannes, lodato da tutti i critici, finito addirittura ad essere pluricandidato agli Oscar (forse primissimo caso di un film indie così piccolo ad essere candidato come miglior film). Quest'anno tocca a Fruitvale Station, che ha moltissime cose in comune con il film di Zeitlin: indirettamente, ma neanche tanto, parla di razzismo, ha vinto al Sundance e a Cannes, molti lo inseriscono nella loro top 10 annuale e vede protagonisti un padre a una bambina afroamericani con un rapporto molto forte, costretti a dividersi.
Fruitvale Station si basa su un fatto realmente accaduto e parte proprio da un real footage, da immagini reali riprese da un cellulare. Notte dell'ultimo dell'anno 2008, in seguito ad alcuni disordini, la BART (la linea metropolitana che collega tutta la baia di San Francisco) deve fare una fermata prolungata alla stazione Fruitvale, in modo da permettere alla polizia di arrivare sul luogo e intervenire. I poliziotti fermano cinuqe giovani ragazzi di colore, probabilmente collegati ai disordini. Alle ore 2 circa, dalla pistola di un agente parte uno sparo che colpisce in piena schiena Oscar Grant. Il film ripercorre le sue ultime ventiquattro ore di vita.

venerdì 7 marzo 2014

Short Term 12 di Destin Cretton

Senza data di uscita italiana per ora.
In concorso al 66° Festival del film di Locarno.
 
10 minuti di applausi senza sosta (e qualche lacrimone) alla prima internazionale nel PalaFevi di Locarno, una pioggia di consensi da parte della critica mondiale, premi in ogni dove e futuro brillante per regista (già in produzione un film con Jennifer Lawrence) e attrice protagonista.
Trattasi di uno dei tre o quattro casi -positivi- dell'anno. Chi dice che il cinema americano è morto non sa evidentemente di cosa parla. Sempre più influenzato dal minimalismo europeo e asiatico e dagli autori più underground della propria scuola, si reinventa in continuazione in queste piccole produzioni indipendenti che rimangono sotto traccia, trionfi di modestia di cui nessuno se ne accorge. Un cinema vivo più che mai, che si crogiola all'ombra delle mega produzioni e dei blockbusters, e che è, in maniera sempre più evidente, il futuro che avanza di questo pazzo pazzo business.
Versione lungometraggio dell'omonimo corto made in 2008 dello stesso Cretton, basato sulle sue reali esperienze, Short Term 12 è ambientato tra le mura e i cancelli di un centro educativo per adolescenti problematici nella zona di San Francisco.

martedì 4 marzo 2014

Filmbuster(d)s - Stagione 2 - Episodio 16

E anche quest'anno gli Oscar ce li siamo levati. Noi ci siamo persi la cerimonia perché abbiamo dormito alla grandissima, ma ora eccoci belli freschi a commentare vincitori e vinti. Dopodiché vi parliamo di due ottimi film usciti dall'ultimo Festival di Roma: Tir di Alberto Fasulo e Snowpiercer di Bong Joon-ho.

Buon ascolto!

[00:00:12] L'angolo del tripudio
[00:09:44] La posta del cuore
[00:22:40] I vincitori degli Oscar 2014
[00:47:00] Tir di Alberto Fasulo
[01:02:28] Speciale Bong Joon-Ho
[01:31:28] Snowpiercer




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sabato 1 marzo 2014

Snowpiercer di Bong Joon-ho

Nelle sale dal 27 febbraio

"La rivoluzione non è un pranzo di gala"
Da un punto di vista strettamente cinematografico, la Corea si può considerare a tutti gli effetti una nuova potenza mondiale, la patria di un'industria cinematografica rigogliosissima, capace di conciliare grande cinema d'autore e intrattenimento di altissimo livello. Così piccola e distante eppure così minacciosa per il monopolio hollywoodiano dell'intrattenimento. Naturalmente Hollywood se n'è accorta e, come capita spesso (anche di recente, con 12 Anni Schiavo), ha cercato di portare il cinema straniero negli Stati Uniti, di americanizzarlo e addomesticarlo, lo abbiamo visto poco tempo fa con il remake di Oldboy, ma anche l'anno scorso con le trasferte di Kim Jee-woon (The Last Stand) e Park Chan-wook (Stoker). Ma Snowpiercer è un caso a parte, forse addirittura unico: il film più costoso nella storia del cinema coreano (ha stracciato il record di The Host, sempre di Bong Joon-ho), per metà finanziato dal perfido Weinstein, ma per l'altra da case di produzione rigorosamente coreane, tra cui la Moho Film di Park Chan-wook. Per di più le riprese sono avvenute in Repubblica Ceca, che non è la Corea ma non sono nemmeno gli Stati Uniti. Insomma, forse per la prima volta nella storia, non è il regista coreano ad andare in trasferta ad Hollywood, ma è Hollywood che presta i suoi soldi e i suoi attori ad una grossa produzione coreana. Sottigliezze direte voi, eppure a me sembra una cosa davvero grossa.